Ecoci qui con uno scup sula Ginny! Abiamo finalemente scoprito dove che pasava le sue giornate quando che non veniva mai a casa. Dovete sapere che due setimane fa, di domenica, esa non si è mosa del nostro giardino. Era lì ferma e imobbile soto la camellia. E’ stata lì tuto il giorno in oservasione, pegio che una statua di marmio. Ed eco che verso sera si sente uno strano verso e la Gina si mete a scavare come una passa e tira fuori una povera talpina dala sua tana soto la camellia. Eco perché era sempre via: esa andava in giro nel altro giardinio a cercare di caturare la talpa e la sua famillia!
Morale dela favola, la mama e il pepeus ano salvato la talpa e l’ano mesa dentro il suo buco e poi l’ano richiuso. Tuti contenti esi vano a leto e noi tre siamo andate tute con loro. Il matino dopo, si fa colassione soto la pergola tuti insieme. Ed eco che la Gina catura di nuovo la talpina e però scapa fuori tenendola in boca. La portata in del canale e poi giocava con esa, mentre noi oservavamo lo spetacolo. Dopo la talpa è scapata e alora la Gina è rimasta a boca asciuta: a aspetato un po’, ma dopo è andata via che si noiava.
Il papi a subito fato il catastroffico che la talpa è morta, ma la mama era sicura di no: infati ci sono ancora in giro le sue galerie e i suoi buchi.
Devo dire che a un certo punto sono contenta che anche ala Gina ci portano via le sue vitime: mica solo a me, scusate! E poi sono io quela che pasa per asasinaccia, mentre invece la Gina, quata quata, ne combina di pegiori. Lo sempre deto che io sono una santa e lei è una sanguinarria mascherata da brava ragassa (nemeno tanto brava, va’). Eh sì, non ci sono più gate come me, gate che caturano toppi e ucelini e poi se li lasciano portare via dala mama! Sono sicura che la Gina va ancora ala ricerca dela talpa, anche se fa finta di niente.
Domani vi racontiamo anche di lei, comunque, perché mi sono fata dire dal Ciccio la rava e la fava dela vita dela talpa. Eh, sì: il paese è picolo e i petegolessi girano!